Spesso nascosto dietro la nebbia mistificante di termini inglesi come smart-working, quiet quitting o great resignation, è tornato centrale il tema del lavoro. Nei nuovi Quanti partiamo dall’esperienza personale, spesso con il suo portato di sofferenza, ansia o umiliazione taciuto nelle narrazioni ufficiali, per cercare di raccontare una dimensione collettiva.
Natura come sfondo, natura come specchio: modi diversi e tradizionali di guardare la natura senza vederla veramente. I nuovi Quanti sono quattro tentativi di sfuggire a questa trappola, di pensare la natura in modo diagonale, come un tutto di cui siamo parte – proprio nel momento in cui è più in pericolo.
A un certo punto degli ultimi vent’anni, nelle nostre città come nelle nostre vite si è prodotto un baratto: tra mistero e prevedibilità, tra riconoscimento (uno stile di vita cosmopolita e urbano) e diseguaglianza (uno stile che sempre meno persone potevano permettersi). Il senso da dare a questo baratto – subíto da alcuni, cercato da altri – lo decide chi ne racconta la storia.
Un estratto da La rivoluzione è in pausa di Vincenzo Latronico.
Gli eventi dei Quanti al Salone del libro di Torino 2022: una serata quantica.
Esiste una differenza tra il nostro corpo come dato biologico e il genere come dato culturale, e come possiamo agire nello spazio di questa differenza? In che misura, ad esempio, la nostra immagine su Instagram “ci rappresenta”? È possibile essere davvero sé stessi attraverso lo specchio della tecnologia? Laura Tripaldi, autrice di Corpi ambigui, in una lunga intervista di Vincenzo Santarcangelo.
Vogliamo ricordare Gianni Celati (1937–2022) con le parole che gli ha dedicato Marco Belpoliti nel suo libro Pianura.
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