Leggere il presente

Giacomo Matteotti e il primo discorso antifascista. Intervista a Davide Grippa

G—P
Giulia Priore 31 Maggio 2024 3 min

Insieme con Davide Grippa ricordiamo la figura di Giacomo Matteotti, uomo noto soprattutto per la sua tragica morte ma che in vita ha rappresentato un esemplare connubio di etica, politica e pragmatismo. Connubio presente pure nei tre discorsi contenuti nel libro "Contro ogni forma di violenza".

Sbaglio o il discorso di Matteotti, con le dovute differenze, ha ancora un notevole valore d’opposizione per i nostri tempi?

L’opposizione di Matteotti alla delega dei pieni poteri a Mussolini nel novembre del 1922 ci ricorda che i deputati dovrebbero difendere sempre il ruolo del Parlamento, evitando di alimentare pericolose e demagogiche illusioni nella società. Affidarsi a uomini o donne “forti” che promettono ai cittadini un maggiore peso decisionale nella vita politica contemporanea, attraverso relazioni “dirette” con i leader politici, può rivelarsi pericoloso e mascherare la volontà di concentrare maggiori porzioni di potere nelle mani di quegli stessi esponenti politici che avanzano quelle proposte.

«Abbasso la guerra…siete degli assassini!» questo gridava Matteotti in una seduta del Consiglio provinciale di Rovigo un centinaio di anni fa. Che figura era Giacomo Matteotti, di cui ricordiamo quasi solamente la sua morte?

Matteotti fu senz’altro un uomo coraggioso e coerente, anche se spesso riduttivamente identificato nell’immagine del martire. Il deputato socialista possedeva, infatti, una non comune intelligenza politica, ispirata da un profondo senso etico e sostenuta da straordinarie capacità di studio, lavoro e senso della realtà. I suoi attacchi al fascismo non erano mai improvvisati ma sempre il frutto di studio, riflessione, informazione e ricerca della verità. Ne sono testimonianza la sua attività di deputato, il suo infaticabile lavoro nelle commissioni parlamentari, i suoi documentati ricorsi alla Giunta delle elezioni, in cui etica, politica e pragmatismo si fondevano armoniosamente.

Quanto spazio ha la «non violenza» nel linguaggio e negli ideali della politica di oggi?

Più che dalla filosofia della “non violenza” il linguaggio e gli ideali della politica di oggi sono caratterizzati dalla “politica dell’inciviltà” che si fonda sull’aggressione, il disprezzo, la derisione degli avversari politici, a cui viene violentemente negato il diritto di essere sé stessi. Gli avversari politici sono nemici politici percepiti e rappresentati come irriducibilmente altri da sé, che non meritano il riconoscimento della comune umanità. Niente di più lontano dalla fiducia nel logos e nella “non violenza” di cui si nutriva la combattiva comunicazione politica di Matteotti che si fondava sull’informazione, lo studio e il ragionamento dimostrativo: l’ethos del suo linguaggio politico era incompatibile con qualsiasi forma di negazione degli altri e contro ogni forma di violenza.

Giacomo Matteotti

Contro ogni forma di violenza


Vele, pp. VIII - 120

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