Che cosa è un giardino selvatico?
È un ambiente dove stanno bene, tutti insieme, persone, animali, piante coltivate e piante spontanee. Il giardino naturale è un luogo così armonioso da non essere notato: è una creazione artificiale ideata in nome della condivisione e, contemporaneamente, perfusa di ipernaturalità poetica. Tutti i giardini sono artificiali, condannati ad essere di natura e contro/natura, il compromesso virtuoso è la sincerità e nel rispetto dei sistemi che lo compongono.
Che rapporto possiamo avere con i nostri giardini in città e con la natura che irrompe nel territorio della civiltà? Quale è il giusto equilibrio?
Gli spazi privati, tralasciando gli esercizi di stile, rappresentano aree di decompressione tra l’alienazione e la necessità di immergersi in ambienti capaci di rievocare necessità ancestrali che possono avere sembianze tanto varie, a seconda di quanto è ricco o povero il substrato culturale di chi li abita. Nelle città si vivono soprattutto i parchi urbani che, per trascuratezza, o per illuminazione, sono uno specchio più reale della società che li popola e che si manifesta sotto forma di biodiversità.
In un’epoca di riscaldamento globale come deve cambiare il nostro modo di pensare al giardino e alle piante?
Rispetto incondizionato per le specie autoctone e, contemporaneamente, aprirsi a piante di ambienti diversi: più simili a quelli verso cui stiamo andando a causa del cambiamento climatico. Loro ci aiuteranno a sopravvivere meglio, con tutti i benefici che le piante possono offrire all’uomo, ovviamente non solo in termini di estetica. In fondo noi mediterranei non siamo stati plasmati da millenni di contaminazioni? Perché mai dovremmo chiuderci, proprio adesso, alle ottusità e ai moralismi economici?
Antonio Perazzi
La natura selvatica del giardino