Esiste una differenza tra il nostro corpo come dato biologico e il genere come dato culturale, e come possiamo agire nello spazio di questa differenza? In che misura, ad esempio, la nostra immagine su Instagram “ci rappresenta”? È possibile essere davvero sé stessi attraverso lo specchio della tecnologia? Laura Tripaldi, autrice di Corpi ambigui, in una lunga intervista di Vincenzo Santarcangelo.
«Se questa fosse una mappa, eccoci al punto dove ci sarebbe una grossa freccia: VOI SIETE QUI. Dentro una rete di reti, una serie apparentemente infinita di reti che si intersecano, si fondono, si sovrappongono. Può intimorire, può dare una sensazione di angosciato spaesamento, ma può anche essere l’inizio di un nuovo, straordinario viaggio». Di cosa parlano i nuovi Quanti?
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