Leggere il presente

Le meraviglie del parto. Intervista a Alessandra Foscati

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Giulia Priore 19 Dicembre 2023 6 min

Il parto conserva ancora oggi un alone di mistero e vaghezza. Figuriamoci nel Medioevo e nell'Età moderna. Alessandra Foscati indaga con precisione e metodo il parto nella storia e ricostruisce la voce delle donne che non hanno potuto raccontare direttamente la loro esperienza.

In che modo la rappresentazione di chi dà alla luce un bambino è cambiata oggi, rispetto alle epoche che lei prende in considerazione?

Oggi sono le donne, le madri, che narrano in prima persona la loro esperienza del parto, attraverso un racconto in cui emerge il loro vissuto, il dolore, ma anche la gioia. Il parto è poi l’atto finale di un percorso, almeno nei paesi sviluppati, medicalizzato – spesso fin troppo criticato in tal senso – che inizia dai primi momenti della gravidanza.

La donna, a meno che non decidesse di entrare in convento, doveva divenire madre: diversamente sarebbe stata considerata incompleta, inutile.

Nel periodo che prendo in considerazione nel libro, il Medioevo e l’età moderna fino al XVII secolo, mancano del tutto le dirette testimonianze femminili. La voce delle donne, delle madri, non ci è purtroppo giunta. Non solo perché quasi nessuna sapeva scrivere, specialmente nel Medioevo, ma anche più tardi, nelle epistole scambiate tra nobildonne (tra madri, figlie, sorelle, cognate), sebbene siano espressi i timori che le attanagliavano durante la gravidanza, vissuta nell’ incertezza stessa del loro reale stato, non si legge nulla dell’esperienza del parto (momento troppo intimo? Esperienza da dimenticare?). Quindi la sua rappresentazione è tutta lasciata alla penna degli uomini, medici soprattutto, molti dei quali nemmeno erano mai entrati nella stanza del parto, ma anche dei teologi e giuristi.

Finalmente, all’inizio del XVII secolo, per la prima volta, del parto scriverà un’ostetrica, Louise Bourgeois. Dalle fonti mediche, agiografiche e giuridiche ci sono giunti racconti drammatici di esperienze terribili, ma anche storie per noi incredibili in cui il “meraviglioso” (parti di rane o di animali dal sapore mitologico) era la cifra dominante.

È un mondo in cui dominava una mentalità molto diversa dalla nostra, compreso il pensiero medico che accoglieva l’uso di incantamenta e una congèrie di oggetti, come il cuore appena estratto di una gallina, la penna di un avvoltoio o le reliquie dei santi, quali “strumenti” per accelerare il parto.

Nei periodi che lei tratta in Le meraviglie del parto che ruolo aveva, dal punto di vista sociale, economico, ereditario, famigliare, patrimoniale, la donna che partoriva?

La donna, a meno che non decidesse di entrare in convento, doveva divenire madre: diversamente sarebbe stata considerata incompleta, inutile. Poi dobbiamo distinguere tra le donne di umili origini e coloro che appartenevano a un nobile casato di cui doveva essere garantita la continuità, in particolare se si trattava di una dinastia regnante. Per questo era di vitale importanza che le donne partorissero molti figli, per contrastare l’alto tasso di mortalità infantile. Era dunque normale, per molte di loro, trascorrere una vita interamente scandita da gravidanze e parti, con tutti i rischi che ciò comportava.

Soprattutto dovevano dare alla luce l’atteso figlio maschio, l’erede, che avrebbe dato valore alla loro stessa persona. Nelle lettere scambiate tra nobildonne si legge del loro timore di non essere all’altezza del compito. I medici stessi si spendevano in suggerimenti per la generazione del figlio maschio (un esempio: legare il testicolo sinistro perché lo sperma per generarlo sarebbe stato prodotto dal destro), oppure indicavano quali fossero i segni premonitori per scoprire il sesso del nascituro durante la gravidanza, sebbene spesso le donne non fossero, fino alla fine, nemmeno sicure di essere incinte.  Lo si legge sempre nelle loro lettere in cui esprimono tutte le loro ansie in tal senso.

A queste si aggiungeva il senso di colpa per un eventuale aborto, la cui notizia echeggiava a corte, smorzando gli iniziali entusiasmi sorti alla notizia della gravidanza. Riguardo all’aspetto patrimoniale, possiamo dire che la ricchezza della donna poteva influenzare, soprattutto nel Medioevo, la decisione di aprire il suo ventre quando morta di parto, al fine di estrarre un feto vitale, seppure in quello stato anche solo per pochi minuti. In tal modo i beni della donna morta sarebbero rimasti al marito anziché tornare alla famiglia d’origine. Sebbene un tale tipo di “cesareo” trovasse una giustificazione, a livello teologico, nella necessità di battezzare il feto (e quindi salvare la sua anima), le ragioni patrimoniali sembrano essere state significative nella pratica dell’intervento.

Dal punto di vista storiografico, sta cambiando l’attenzione per temi, come quelli del parto, legati all’universo femminile?

È da diverso tempo che, soprattutto le storiche, si sono avventurate in questi temi, affrontandoli in particolar modo dal punto di vista della storia sociale. A fianco di importanti e rigorosi studi sono emerse opere ricche di luoghi comuni, che da tempo gli storici più esperti hanno messo in discussione, soprattutto in riferimento al periodo medievale. Pensiamo ad esempio al mito della Trotula (ancora indicata come Trotula di Ruggiero, sebbene si sia dimostrata l’inconsistenza del cognome) che continua a perdurare parallelamente ai risultati di rigorose indagini filologiche.

La storia del parto è complessa: lambisce più materie di studio, tra cui la medicina, il diritto, la religione, l’antropologia. Gli ultimi tempi hanno registrato un interesse sempre maggiore di specialisti di tali materie e ciò ha reso possibile un cambiamento di approccio che si traduce, più in generale, in un cambiamento della percezione dell’universo femminile. Nel mio libro mi sono soffermata sull’evoluzione della storiografia dedicata al parto, in un dialogo costante con ricercatori specialisti di diverse discipline.

 

Alessandra Foscati

Le meraviglie del parto. Donare la vita tra Medioevo ed Età moderna


Einaudi Storia, pp. 208