Leggere il presente

Va bene essere stoici, oggi? Dialogo tra un editor e il suo Senso di colpa

A—B
Andrea Bosco 15 Luglio 2021 4 min

E se essere stoici, oggi, potesse servirci? Ma, si chiede un editor, pungolato dal suo Senso di colpa, non sarà un sintomo di riflusso dall'impegno?

Ero lì che contemplavo una copia del libro di John Sellars, Sette brevi lezioni sullo stoicismo, fresco di stampa nella collana Vele, quando, vedo arrivare, con la sgradevolezza che gli è propria, il mio Senso di colpa (con la S maiuscola, perché è davvero un’entità individuale). Questo, qui di seguito, è un breve frammento del dialogo che abbiamo avuto e che fedelmente riporto ai nostri lettori.

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Senso di colpa: Nuovo libro, in uscita, mi pare… Che cos’è esattamente? Fammi un po’ vedere. Ah! Stoicismo… Niente di male, per carità… Però, lasciami dire, da te non me l’aspettavo.

Editor: Lasciami dire che, non so come mai, quando vieni da queste parti, riesci sempre ad essere sgradevole! Sia detto senza offesa… Comunque, che diavolo vuol dire «da te non me l’aspettavo»? Sellars è un esperto di stoicismo, non un signore che passava di lì e il libro è estremamente chiaro, riesce in poche pagine….

Senso di colpa: Non fare il furbo, non è quello il punto. Non me l’aspettavo da te, non da Sellars. Sempre lì a dire che sei impegnato, che bisogna cambiare la società, insomma fare politica, svolgere il proprio ruolo nella polis, nella società civile, ecc. E poi ti butti sulla filosofia ellenistica, che sappiamo bene che cosa vuol dire…

Editor: No, non sappiamo bene che cosa vuol dire… Illuminaci tu, che sembri saperla lunga…

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Senso di colpa: Direi che possiamo partire da Léon Robin, che ha scritto una Storia del pensiero greco. Senti che cosa scrive: «Le circostanze politiche e sociali, che precedettero o seguirono la morte di Aristotele, avevano palesato con accresciuta intensità certi imperiosi bisogni, cui la filosofia, per la sua parte, era tenuta a fornire risposte nuove. Nel grande Stato accentrato di cui è suddito, il cittadino dell’antica polis s’interroga sull’atteggiamento da prendere; si sente spaesato e quasi smarrito. Si ripiega allora su se stesso; pensa alla propria salute interiore; chiede che gli venga precisato lo scopo della vita, che gli venga proposto un ideale, nel cui perseguimento egli possa ritrovare, per la propria felicità, la libertà perduta. Quest’ideale varierà a seconda delle diverse scuole, ma sarà pur sempre l’ideale del Saggio» ecc.  Insomma: siamo in pieno riflusso!

 

Siamo in pieno riflusso?

Editor: Ma la fai più drammatica di quanto non sia… Tu mi stai dicendo che, nel suggerire oggi, di “vivere come uno stoico” implicitamente stia sostenendo che siamo in una fase di riflusso, in cui non ci sono grandi ideali, non si pensa più alla società nel suo complesso, al bene comune. Ma ognuno cerca la propria pace interiore, una soluzione che riguardi soltanto se stessi. Non è così?

Senso di colpa: Non potevi dirlo meglio! Del resto sono il tuo Senso di colpa, non quello di un altro…

Editor: Allora: sarà forse vero che solitamente si dipinge la filosofia ellenistica così, legandola alla crisi della polis. E sarà forse anche vero che viviamo in tempi in cui alle persone viene voglia di pensare a se stesse più che al proprio contributo alla società. Ma se prendiamo in considerazione gli stoici, la faccenda è più complicata.  Senti un po’ Sellars: «il rivolgersi degli stoici verso l’interiorità è primariamente finalizzato, come abbiamo visto, a coltivare i tratti di un carattere buono, virtuoso, e a evitare emozioni dannose e antisociali, come l’ira. Ma è essenziale che dopo ci rivolgiamo di nuovo verso l’esterno per svolgere il nostro ruolo come membri effettivi delle varie comunità di cui necessariamente facciamo parte». E il corsivo è mio.

E dunque non vi è nessun riflusso! Sempre Sellars conclude il capitolo così: «Ben lungi dal raccomandare la passività politica, lo stoicismo ci incoraggia a essere all’altezza dei più alti standard di impegno politico». Sembra che Sellars si rivolga a te, caro Senso di colpa…

 

«Ben lungi dal raccomandare la passività politica, lo stoicismo ci incoraggia a essere all'altezza dei più alti standard di impegno politico».

John Sellars


Vele, pp. 112