Narrativa straniera e Frontiere

Viaggio a Archer City

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Marta Ciccolari Micaldi 11 Gennaio 2018 10 min

Tra diner malinconici, cinema nel deserto e romantiche librerie dell'usato: un viaggio fisico e sentimentale nel Texas di McMurtry e McCarthy.

Archer City, capoluogo della contea di Archer, Texas. Appena 1800 abitanti, una biblioteca, un municipio, un diner, una strada principale su cui si affaccia un grande general store. All’incrocio della piazza del municipio, quadrata come quadrate sono tutte le piazze del municipio nella provincia americana, un semaforo che dondola nel vento del nord.

A nord, le Grandi Pianure. All’incrocio un camion carico di balle di fieno, unico motore nel silenzio ventoso di Archer City. Il semaforo è rosso e il camion è lento. Quando la luce si fa verde, il motore gira a sinistra e romba lento verso ovest, lasciando dietro di sé piccoli residui di fieno che il vento porta sulle scale già polverose di un cinema. Un piccolo cinema azzurro e rosso che si chiama Royal Theatre e che, a differenza di tutte le altre cose di Archer City, non è più come una volta.

Una volta il cinema era in bianco e nero e a spazzare le sue scale sempre polverose c’era un ragazzo di nome Bobby; al semaforo rombavano già i motori che portavano il fieno verso ovest ma c’erano anche vecchie Oldsmobile che, ferme in attesa del verde, speravano che in quell’ovest (e a sud, il vecchio sud della frontiera messicana) li attendesse una promessa migliore del silenzio ventoso di Archer City. Un silenzio desolante, solitario, malinconico, un silenzio inesorabile come il vento – appunto – che, da sempre, allora come oggi, sospinge i rotolacampo verso i confini inarrivabili delle Grandi Pianure e oltre.

Un silenzio desolante, solitario, malinconico, inesorabile come il vento che, allora come oggi, sospinge i rotolacampo verso i confini inarrivabili delle Grandi PianureUna volta il cinema era in bianco e nero, ed era la grande macchina narrativa di Larry McMurtry, ragazzino di Archer City nato in un ranch di quella pianura, destinato a diventare un cowboy come suo padre e suo nonno e suo bisnonno, ma conosciuto oggi come uno dei più grandi narratori americani viventi. McMurtry è diventato famoso molti anni fa per due romanzi, Hud il selvaggio (1961) e Lultimo spettacolo (1966), e poi quasi mitizzato grazie a Lonesome Dove (1985, Premio Pulitzer), la storia che fissò per sempre l’immagine che il mondo aveva dei cowboy, aggiungendo alla loro leggenda quotidianità e sentimento, lavorando sul contrasto tra rurale ed epico, e rendendola in gran parte quella che tutti noi abbiamo oggi.

Una delle librerie dell'usato di Larry McMurtry a Archer City

Una delle librerie dell’usato di Larry McMurtry a Archer City

Le scale del Royal Theatre di Archer City sono ancora polverose ma intanto, dal 1970 in avanti, hanno visto salire e scendere prima Peter Bogdanovich, Jeff Bridges e tutti gli altri personaggi della produzione cinematografica de Lultimo spettacolo; poi Tommy Lee Jones e Robert Duvall, protagonisti dell’adattamento televisivo di Lonesome Dove; poi Susan Sontag, a cui si deve la definizione di Archer City come parco a tema del mondo di McMurtry; poi una statuetta della Academy, vinta grazie alla sceneggiatura de I segreti di Brokeback Mountain; poi James McMurtry, figlio di Larry e musicista di punta della scena country americana; intanto fan, appassionati e intrusi; e infine – costanti e disparati come wranglers in cerca del loro cavallo migliore – centinaia di collezionisti di libri. Soprattutto americani, ma ogni tanto anche europei, ogni tanto anche italiani.

Sì perché Larry McMurtry, il cowboy mancato, come racconta nello splendido memoir Walter Benjamin at the Dairy Queen (e il Dairy Queen è l’unico e longevo fast food di Archer City), ha capito ben presto di non saper trattare mandrie e pascoli, ma non ha per questo rinunciato alla missione che il suo territorio, il suo Texas, la sua tradizione di famiglia, in qualche modo gli imponevano: trovare qualcosa che avesse bisogno di lui, farlo crescere e prosperare, muoverlo là dove il suolo si fosse rivelato più fertile e generoso. Non mucche, non tori, non longhorns: per lui, scrittore prolifico e appassionato bibliofilo, libri.

Tutte le librerie si chiamano ancora Booked UpArcher City, capoluogo della contea di Archer, Texas. Appena 1800 abitanti, una biblioteca, un municipio, un diner, una strada principale su cui si affaccia un grande general store, un cinema famoso e rinnovato e, fino a qualche tempo fa, ben otto librerie. Otto pascoli di libri curati da Larry McMurtry in persona: centinaia di migliaia di volumi provenienti dalle librerie antiquarie di tutto il mondo, catalogati secondo un sistema confusionario ma spontaneo (perché il ritrovamento di un titolo richiede tempo e movimento anche da parte di chi lo cerca), messi a disposizione di chiunque ami la letteratura e la scrittura in genere. Tutte le librerie si chiamano ancora Booked Up (pascoli diversi per un unico ranch), i locali oggi sono non sono più otto ma una manciata e sono dislocati su due dei quattro lati della piazza del municipio. Sempre aperti dal giovedì al sabato ma apribili su appuntamento anche gli altri giorni, non c’è lucchetto e non c’è sorveglianza. Fino a qualche anno fa, come racconta il giudice che ha sposato Larry con la sua seconda moglie Faye Kesey (piccola parentesi di gossip letterario: dopo aver frequentato la University of North Texas a Denton, McMurtry vinse una fellowship a Stanford dove frequentò un corso di creative writing insieme – tra gli altri – a Ken Kesey, autore del celebre romanzo Qualcuno volò sul nido del cuculo; quando Ken morì, Larry, già divorziato da tempo, ne sposò la vedova, sua cara amica da allora), fino a qualche anno fa – si diceva – Archer City era famosa anche perché nelle sue librerie non c’era una cassa, non c’era tantomeno una cassiera ma c’era una scatola: le persone entravano, andavano alla ricerca dei libri per tutto il tempo che desideravano, li trovavano, leggevano il prezzo scritto a matita sulla prima pagina dei volumi e lasciavano la somma – a volte con mancia – nella scatola. Larry o i suoi collaboratori, poi, passavano a raccogliere i soldi e non capitava mai che al posto dei soldi trovassero brutte sorprese.

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Il giudice ha un altro aneddoto su McMurtry al matrimonio, ma non è il solo: c’è la signora della biblioteca, che una volta tagliava i capelli alla madre di Larry nel garage di casa; c’è un’amica, che lo vedrà la prossima settimana quando tornerà dall’altra sua casa, quella in Arizona dove vive con Faye e i loro sei cani; ci sono i gestori del general store che gli hanno dedicato un intero angolo del negozio e valutano una prima edizione di Lonesome Dove 90 dollari ma quelle con autografo di più. Archer City si consacra nel tempo degli uomini e nel tempo della letteratura perché rimane uguale a se stessa e perché la abita una star. Eppure il tempo della letteratura a confronto con l’altro – quello degli uomini, degli animali, del vento inesorabile del nord e dei rotolacampo che ancora continuano a vagare – è così breve che percorrerlo, esserci nell’incontro dei due è un’esperienza sospesa. Nel general store dove oggi c’è uno spazio dedicato a lui, Larry incontrò per la prima volta la lettura quando un giorno degli anni Cinquanta comparve un espositore girevole con dentro diversi libri western. Ne prese uno, per curiosità. Lo lesse in una sera. Poi ne prese un altro, e lesse anche quello in una sola seduta. Poi un altro, altri due, tre, quattro: li lesse tutti e continuò a leggerli tutti finché, nel giro di mezzo secolo appena, quell’espositore non divenne uno scaffale e lo scaffale la libreria della sua stanza e la libreria un ranch di libri in mezzo ad altri ranch texani, altrettanto floridi, isolati, quieti al di là e al di sopra dei muggiti delle loro preziose e placide bestie.

«Literature, as I saw it then, was a vast open range, my equivalent of the cowboy’s dream»: un sogno che, a sua volta, Larry ha trasmesso ai suoi lettori grazie a storie malinconiche e imponenti, a personaggi memorabili (in Texas Lonesome Dove è il nome di diversi ristoranti e locali, mentre in certe zone del West pare che il nome Gus abbia una diffusione anomala), a una scrittura che sa donare spazio, sia agli occhi che al cuore. Un gesto, quello del dono dello spazio agli occhi e al cuore degli uomini, che il Texas ripete di continuo ma che solo due persone al mondo sanno restituire negli stretti confini di una pagina: Larry e il suo vicino di casa Cormac.

Immagini dell’autrice.

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Marta Ciccolari Micaldi si occupa di cultura nordamericana. È autrice del blog La McMusa, organizza corsi di letteratura americana in Italia e tour letterari negli Stati Uniti.

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