Cosa ci fa un’enorme nave nel bel mezzo del canale di Suez? Perché è così grande (dicono che sia grande come diversi campi di calcio)? Perché il canale di Suez è così piccolo? Cosa trasportava di così urgente e di così voluminoso da non poter essere portato in aereo?
Mille milioni di domande sono esplose nella mente in questi giorni e mi hanno fatto capire che tutto il digitale, il virtuale, la smaterializzazione e la trasparenza del nostro mondo one-click sono sempre più un gioco di ombre.
Un po’ di numeri buttati lì per capire i pesi e le misure di questo affare. Il canale unisce il Mar Rosso con il Mediterraneo è lungo 164 chilometri e largo 225 metri. La nave è lunga 400 metri e larga 59 e ha un pescaggio di 15 metri. Nel 2019 quasi 19.000 navi hanno attraversato il canale, trasportando tonnellate di merce dall’Asia all’Europa. E per parlare di soldi: sono 9.6 i miliardi che ogni giorno volano fuori dalla finestra durante questo #SuezBlocked. Questi sono i confini e le misure del mondo in cui viviamo. E che però non vediamo, se non quando smette di funzionare, un po’ come una mamma. Basti pensare che tutto il settore della logistica va avanti a tamburo battente senza se e senza ma e che il 2020 è stato l’anno d’oro del settore
Mentre io passo le giornate a tentare di svuotare la mente e la casa di oggetti vecchi e ingombranti mi rendo conto che il mio sforzo è in controtendenza rispetto alla mole di oggetti solidi che si sposta tutti i giorni. Senza contare la quantità di diritti che sono stati calpestati (e continuano a esserlo) da società della logistica come Amazon & co. Ma quelli non si vedono appunto.
Di approccio etico alla materialità delle nostre azioni Ingrid Paoletti ha parlato nel suo Siate materialisti! e ha stilato un manifesto del materialismo in otto punti che spero possa indurre un ragionamento e restare per sempre, come tanto minacciosamente sembra suggerire quel EVERGREEN gigante sulla pancia della nave cargo.
Ingrid Paoletti
Siate materialisti!