I quanti sono le particelle fondamentali dell’universo, l’informazione minima le cui infinite combinazioni vanno a comporre gli atomi, le molecole e tutto il resto. In una parola: la realtà. Abbiamo bisogno di scoprire, conoscere e capire una realtà mai come oggi confusa e oscura. Abbiamo bisogno di smontarla e osservarla nei suoi elementi fondamentali.
È per rispondere a questa esigenza che nascono i Quanti Einaudi, una collana/rivista nuova per i tempi nuovi che stiamo vivendo.
Pubblicata unicamente in digitale, i Quanti Einaudi sono una collana universale. Testi brevi, di autori italiani e stranieri, che spaziano dalla narrativa alla saggistica, con tutte le infinite sfumature che stanno nel mezzo: dal personal essay al reportage, dal pamphlet agli scritti più ibridi e inclassificabili.
Ogni Quanto può essere letto autonomamente, ma tutti insieme formano anche una rivista decostruita, fluida e assemblabile. Ogni «numero» della rivista è dedicato a un tema, a una domanda, a un sentimento che come un filo rosso unisce e cuce insieme i singoli ebook: cinque o sei Quanti per ogni numero, tre volte l’anno. Con talvolta qualche «pezzo singolo» a fare da bonus track. Autori affermati insieme a voci nuove, scrittori giovani o classici moderni, selvaggi e curiosi, capaci sempre di restituire un «quanto» di realtà in maniera imprevista e provocatoria.
Il progetto grafico, disegnato da dieci04, vuole sottolineare proprio la natura innovativa e sperimentale dei Quanti: facendo vivere il quadrato munariano “dentro” il quadrato di Instagram e declinando le copertine nelle varie forme che il digitale offre, dall’animazione alla Gif o alla story, propone una grafica “nativa digitale”, mutante e mutevole.
I primi Quanti ruotano intorno alle idee che in questi mesi di incertezze, solitudini e timori ci hanno fatto da salvagente: le speranze. Speranze come antidoti alla paura, non come illusioni che impediscono di agire; speranze come orizzonti che possono essere reali e perciò vanno conquistati. Speranze come progetti per uscire dalla crisi, sia essa individuale o collettiva.
Su Biancamano è possibile leggere “l’editoriale” che cuce insieme i primi sei Quanti.
Nella settimana di uscita, i contenuti dei Quanti hanno vissuto, in forma diversa, anche come storie di Instagram (ancora consultabili sull’account della casa editrice), arricchite da letture e presentazioni in diretta: sei veri e propri testi multimediali inediti, una sorta di piccolo festival virtuale, un altro modo di “restare in contatto”.
«Si parla tanto dei cambiamenti che saremo in grado o no di fare nel mondo post-Covid che verrà. Bene, eccone uno particolarmente importante: mantenere viva questa tensione verso ciò che non conosciamo. Esiste un modo di educare al non-sapere? Di insegnarlo già ai bambini, sovvertendo il principio dominante che la conoscenza sia un corpo statico di nozioni di cui appropriarsi pezzo a pezzo?»
Paolo Giordano, Le cose che non voglio dimenticare
«Il posto di un ospite è sulla soglia, lungo il confine. L’ospite si trova nel punto di conversione, un luogo vertiginoso e annebbiante dove è facile smarrirsi».
Hisham Matar, Momenti sospesi. Due meditazioni
«C’è una speranza? Le storie non sono fatte per rispondere a questa domanda. A nessuna domanda. Le storie sono fatte per raccontare te. Quello che sai e non sai di te, quello che vuoi e non vuoi essere».
Antonella Lattanzi, Salvarsi. Come uscire dall’Overlook Hotel
«La paura isola chi ha paura. E sono arrivata a credere che la paura sia un atto di crudeltà nei confronti di quelli di cui abbiamo paura».
Eula Biss, Terra di nessuno
«La felicità della gente a passeggio non mi fa nessun effetto. Mi colpisce di piú vedere le persone che parlano asetticamente, senza passione e senza nemmeno cercare di fingere un po’ di interesse. Le guardo e penso: statevene a casa. Perché andate in giro a spargere la vostra rassegnazione per strada?»
Ascanio Celestini, I parassiti. Tre vite ai tempi del contagio
«Ecco perché non bisogna provare vergogna della paura. Se deleghiamo la nostra paura non faremo altro che rinunciare alla nostra libertà – fra le altre anche a quella di avere paura – in favore di una nuova paura, il terrore».
Marco Filoni, Il calcolo della paura
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Su «Rivista Studio» è possibile leggere un approfondimento sul progetto dei Quanti.
Abbiamo avuto paura in questi mesi. Ancora ne abbiamo, ancora ne avremo: inutile negarlo. Ecco perché partiamo dalle speranze. Ecco perché abbiamo chiesto alle scrittrici e agli scrittori di esplorare per noi il «continente speranza». L’editoriale del primo «numero» dei Quanti.
C’è un nodo strettissimo che lega rischio e libertà, paura e sicurezza. Il “calcolo” della paura è spesso sotteso alle nostre scelte, ma raramente ne siamo consapevoli. E se per capire quello che abbiamo vissuto con il Covid-19 fosse necessario affrontare proprio questo calcolo?